Il secondo dopoguerra

Nel 1965 venne inaugurato dal Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat il IV Centro Siderurgico "Italsider", uno dei maggiori complessi industriali per la lavorazione dell'acciaio in Europa. Grazie a questa nuova realtà industriale, tra il 1961 ed il 1971, la città fece registrare un saldo migratorio sostanzialmente nullo ed un aumento della popolazione pari al 9,1%. Circa 30.000 agricoltori abbandonarono le campagne per diventare operai della grande industria o dell'indotto. Contestualmente il reddito procapite subì un incremento del 274%.

Con la contrattazione aziendale e nazionale dei metalmeccanici, fu costituito negli anni settanta un fondo destinato ad interventi pubblici e denominato "salario sociale", sovvenzionato con l'1% dei salari e degli stipendi. Si realizzarono grazie ad esso grandi progetti quali l'introduzione dei trasporti extraurbani per i pendolari, la realizzazione degli asili nido e delle scuole materne comunali, la creazione del centro di igiene ambientale e di microcitemia, nonché l'apertura dell'Ospedale "San Giuseppe Moscati".

Il 9 aprile 1993, la frazione di Statte si separò da Taranto, diventando comune autonomo e mantenendo i confini della precedente circoscrizione.
Il 2004 venne inaugurata in mar Grande la nuova Stazione Navale della Marina Militare Italiana, dotata di alcune infrastrutture NATO. Il 18 ottobre 2006 viene dichiarato ufficialmente il dissesto finanziario del Comune di Taranto, la cui giunta era guidata dal sindaco Rossana Di Bello. Le passività accertate ammontano inizialmente a 357.356.434 €, ma nel mese di marzo 2007, il capo della commissione di liquidazione del Comune, Francesco Boccia, dichiara una cifra pari a circa 637 milioni di euro.

Nel mese di luglio 2007, la riduzione dell'erogazione di acqua dalle fonti dell'Irpinia conseguente alle scarse piogge e nevicate dell'inverno trascorso, ha provocato in città un'emergenza idrica con inevitabili ripercussioni su parte dell'economia commerciale cittadina.